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Elfi Alti

Elfi Alti

La Storia dei Naedir


Naedir
, questo è il nome con cui gli altri popoli elfici chiamano i loro sofisticati cugini, ma che le razze inferiori additano con l’appellativo, spesso sarcastico, di Elfi Alti. In effetti i Naedir a primo acchito appaiono distanti, freddi, in alcuni casi arroganti o persino astiosi, comportamenti che rendono loro difficoltosa l’interazione con le altre razze.
Sono in pochi coloro che non si soffermano ai loro atteggiamenti, sforzandosi invece di capire da cosa siano dettati.

Nati in tempi antichissimi, probabilmente dallo stesso ceppo degli Elfi dei Boschi, a un certo punto imboccarono una strada ben diversa da quella seguita dai loro cugini. Decisero di dominare il mondo invece che conviverci, plasmandolo a seconda della loro particolare visione, invece che modellarlo con cura così da potervici mergere.

Questa scelta fu dettata dal diffondersi tra molti di loro della convinzione religiosa di essere stati creati a riflesso degli Dei, e che fosse il loro sacro compito di assicurarsi che il mondo a loro affidato fosse regolamentato in modo armonioso e difeso al contempo da qualsiasi minaccia. Con questa filosofia nel cuore, gli antichi Naedir iniziarono un lungo processo di evoluzione sociale che culminò nella creazione di un vasto regno che abbracciava innumerevoli terre e piani di esistenza. Benedetti da vite quasi infinite e poteri magici che spesso scaturiscono in modo naturale, eressero città di una bellezza quasi eterea, divennero maestri delle Arti e dei Mestieri, studiarono i misteri dell’Alchimia e appresero arcani poteri occulti.

Anche in quei dorati tempi antichi, erano cosci dei pericoli acquattati appena oltre i flebili confini della realtà percepita dai più, e pertanto assemblarono vaste armate composte da guerrieri senza uguali con cui preservarono un’era di pace e armonia che durò millenni.
Ma sarebbe un grave errore ipotizzare che siano stati in grado di realizzare tutto ciò solo grazie alla loro longevità.

Il Narasheen

La verità, di cui pochi sono a conoscenza oltre agli elfi, è che il loro involucro mortale riesce a contenere a fatica un tornado di sentimenti e passioni che rischia costantemente di soverchiarli. Non è presunzione affermare che nessuna creatura di questo mondo ama con la stessa intensità con cui ama un elfo, gioisca con la stessa esuberanza o provi ira con la stessa ferocia.

I loro sentimenti sono come un oceano in tempesta che li sospinge a vette creative impensabili ma che al contempo, se lasciato incontrollato, li trascina in un gorgo emotivo senza scampo. Quest’ultimo pericolo ha afflitto la loro razza sin dagli albori, una maledizione che loro chiamano Narasheeen, che può essere tradotto in “L’Annegare dello Spirito”.

Coloro che vi soccombono possono sia entrare in uno stato catatonico che duri millenni, oppure venire bruciati in poche ore dalle loro passioni che li portano a uccidersi o venire uccisi. Per allontanare la tetra ombre del Narasheeen i Naedir hanno sviluppato una filosofia specifica, incentrata sulla dottrina del Focus.

Ogni Naedir è cresciuto nella consapevolezza che durante la sua lunga esistenza potrà vivere innumerevoli esperienze e acquisire molteplici conoscenze, ma che per preservare il suo equilibrio interiore dovrà concentrarsi su una sola grande passione alla volta in cui incanalare le sue emozioni.

Un Naedir, pertanto, si focalizzerà per lunghi periodi, per esempio, a eccellere nella pittura, a padroneggiare una determinata arma o dedicarsi a un nuovo amore ancora fulgido. Una volta concluso un percorso emotivo o di apprendimento, sceglie un nuovo focus, accumulando un bagaglio sempre più vasto e colorato.

Agli occhi delle altre razze, che non sono a conoscenza di questa peculiarità culturale, i Naedir appaiono abili in modo sovrannaturale, ma in effetti di norma stanno dando prova solo del percorso seguito in quel dato momento, così come la loro freddezza e distacco non è altro che un effetto collaterale della loro educazione.

Ma non fu lo spettro del Narasheeen a determinare la caduta del regno millenario dei Naedir.

Fu il Rhamanat, “L’Ultimo Sonno”.

Il Rhamanat

Il Rhamanat si manifestò circa cinque secoli orsono, quando alcuni tra i più antichi dei Naedir, esseri che avevano assistito all’origine della loro razza e alla separazione dagli Elfi dei Boschi, semplicemente si sdraiarono come per dormire, ma non si svegliarono più, i loro corpi trasformati in pietra.

Non fu un evento isolato, ma un sasso lanciato in uno stagno tranquillo e da quel momento si moltiplicarono i casi di Naedir sempre tra i più antichi che si addormentavano senza più risvegliarsi.

Dotti e luminari studiarono il fenomeno.
Si trattava di una malattia? Una maledizione?
Non fu trovata una risposta e dopo poco quei stessi dotti e luminari si tramutarono in quiete statue marmoree.

Un fenomeno simile che si fosse verificato in una qualsiasi delle giovani e razze non sarebbe stato così devastante come per i Naedir, un popolo ben poco prolifico e che a causa della sua longevità era composto per lo più da esseri millenari. Dopo poco più di un secolo, di un popolo che aveva dominato il mondo era rimasto poco più del venti percento, composto per lo più da Naedir vecchi secoli e non millenni, nati ben dopo il distacco dai cugini dei boschi.

Un’eccezione a questa regola è Alarielle, regina dei Naedir e sposa di Orion il Re degli Elfi dei Boschi. Ai tempi della separazione del popolo degli Elfi, Alarielle e Orion erano semplicemente due giovani innamorati di un amore puro e cristallino come lo può sperimentare solo un elfo. Si sposarono scambiandosi voti eterni, cosa rara per membri della loro razza.

A breve le loro rispettive convinzioni li portarono a separarsi, uno rimanendo nei boschi e l’altra seguendo i Naedir e il loro credo, ma nonostante questo per i due nulla è cambiato. Sono le due metà di un unico essere, la cui unione è di molto superiore alla somma delle parti, e che nelle loro lunghe vite sono stati il collegamento che evitasse che i loro popoli prendessero strade completamente diverse, persino divergenti.

E pertanto fu insieme che, a seguito del Rhamanat, decisero di condurre quanto restava dei loro popoli nel santuario sicuro di Alfheim, dal quale spedizioni di Elfi partono per visitare e cercare di preservare gli altri regni, il primo dei quali Avalon. 

Alarielle

Alarielle, oggi è la più antica degli Elfi, eletta Regina dai Naedir e dal consiglio delle Casate Ancestrali, che l’aiutano a governare il suo popolo in questi tempi difficili.

Ogni Dinastia gestisce e guida una parte del popolo a seconda del focus a cui si stanno concentrando i singoli in quel momento, mentre i capi di ciascuna casata sono elfi che hanno deciso di dedicare il resto delle loro esistenze alla gestione e miglioramento di un determinato focus.

Sono pertanto esseri molto antichi e saggi, teoricamente i migliori nel capo scelto. Le principali casate sono quelle delle Arti, dei Mestieri e delle Armi, oltre ad alcune più oscure e meno conosciute.

Recentemente le casate sono dovute intervenire maggiormente nel processo decisionale, dal momento che Alarielle scompare inspiegabilmente per sei mesi ogni anno.

Elfi Alti Ancestrali

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Riguardo al Costume

Gli Elfi Alti vestono con i colori che ricordano il cielo, il sole, la luna e le stelle.
Prediligono l’uso di vesti tinte di blu, azzurro, bianco, grigio e argento.
Indossano gioielli d’oro o d’argento che ricordano le stelle che brillano nel cielo, il sole che risplende e la luna che guida.

 

Abilità Distintive

Gli Elfi Alti sono maestri delle Arti e dei Mestieri.
Il loro studio diligente li ha indirizzato verso le magie più disparate.
Oracoli, Sacerdoti, Esorcisti, Maghi e Guaritori.