La caccia ai Signori delle Tenebre non è stata facile quanto si era sperato.
Per mesi queste creature malvagie e astute hanno evitato lo scontro aperto con i campioni di Avalon, dato che affrontare contemporaneamente Excalibur e la Lancia di Wotan avrebbe significato morte certa per ognuno di loro. Così, per tutto l’inverno, le loro forze si sono concentrate in una serie di schermaglie e di rapide incursioni anziché cercare lo scontro aperto.
In particolare Guerragor, Signore delle Bestie, per tutto l’inverno è sfuggito ai suoi inseguitori, rendendosi di volta in volta cacciatore o preda, attaccando per poi fuggire.
La sua presenza ha richiamato fuori dai nascondigli i primitivi abitanti delle foreste e dei boschi, in preda ad una furia sanguinaria.
Le comunità di barbari da lui incontrate nel suo cammino non sono state massacrate come il resto degli abitanti di Avalon, tuttavia sono regredite ad uno stato di ancestrale e primitiva bestialità.
Così il suo inseguimento è stato costantemente rallentato da continui scontri con questi novelli uomini bestia, mentre le forze a sua disposizione sono continuamente aumentate.
Infine, sul finire dell’inverno, l’alleanza degli Avaloniani si è diretta nella valle in cui era sito il portale per il Regno della Notte, il luogo dove Ishtar e Artù si erano incontrati per la prima volta in Avalon. Dopo la morte della dea Nyx, dal portale si è riversata su queste terre una grande quantità di Cristalli, nei quali sono contenute le schegge di potere della dea uccisa.
Per questo motivo Artù aveva chiesto ad alcuni suoi cavalieri di presidiare questo luogo, ma al ritorno dell’alleanza, della folta schiera di questo presidio non restava alcuna traccia. Tuttavia i boschi circostanti pullulavano di branchi di uomini bestia, così la ricerca si è rivelata ardua. Dei cavalieri nessuna traccia, ma in una capanna sono stati ritrovati i miseri resti di Sir Roland. Dal diario del cavaliere si è poi venuto a sapere che i suoi compagni si erano avventurati nel portale per una ragione ancora avvolta nel mistero, mentre egli aveva preferito restare.
Alcune creature fatate hanno inoltre scoperto che Sir Roland era innamorato di una fata di nome Eudora ed è per stare con lei il prode cavaliere non ha seguito i suoi compagni. Quello che Sir Roland non scoprì mai, è che Eudora non ricambiava il suo amore ma, anzi, ella aveva usato tutte le arcane doti di seduzione del suo popolo per incrinare la virtù del paladino.
Tristemente, questa burla amorosa è finita per costare la vita ad entrambi.
Guerragor, infatti, che non riusciva a prevalere sulla forza dei cavalieri, sfogò la sua furia sulla povera fata uccidendola.
Nelle ultime pagine del diario, Sir Roland, in preda allo sconforto e alla rabbia, dichiarò di voler uccidere Guerragor per vendicare la sua amata. Le sue spoglie martoriate sono state testimonianza inequivocabile dell’esito dello scontro.
Mentre i frammenti di questa storia vengono ricomposti, due nuove compagnie si uniscono all’alleanza: l’inquietante Clan della Serpe Bicefala e la misteriosa Compagnia Senza Nome. Benché i loro passi siano mossi da scopi personali, questi drappelli sembrano entrambi sposare la causa che vede i nostri eroi contrapporsi ai Signori delle Tenebre.
Mentre si studia il modo di intrappolare Guerragor tra due fuochi per impedirgli la fuga, un buffo e scorbutico vecchietto chiede udienza ad Artù. L’occhio bendato e i due orecchini a forma di corvo rivelano immediatamente la sua identità ai più scaltri.
Dopo un breve colloquio con lui, Artù si congeda dicendo ai suoi cavalieri di fidarsi di quel vecchio e di prepararsi allo scontro con Guerragor. Il Re si recherà in una misteriosa città “al di là delle nebbie”, dove attenderà notizia dell’esito della battaglia.
Molti dei presenti non assistono alla partenza di Artù, poiché in un altro punto della foresta le ombre si sono animate ed hanno preso la forma di un drappello di spettri. A capo di questa oscura processione c’è il Signore delle Ossa.
Il saggio sciamano ora indossa la Corona dei Khan e si proclama signore dei dodici clan. La sua carne è divenuta grigia e priva di vita, i suoi occhi infuocati e la sua voce è un lamento sepolcrale. Barbari ed Elfi si schierano davanti a lui, scioccati da questo repentino tradimento e da questa tremenda trasformazione. Egli si dichiara alla ricerca del Clan della Serpe Bicefala, intenzionato a reclamare un misterioso tributo, tuttavia elfi e barbari riescono ad opporsi alla sua avanzata, costringendolo a sparire nelle tenebre.
Le sue ultime parole però sono una funesta profezia:
“Ci vedremo a Corante, dove verrò incoronato Khan e signore di Avalon”.
Se egli sia vittima di un incantesimo, un impostore o un traditore schieratosi con i signori delle tenebre non ci è dato saperlo, ogni dubbio però viene spazzato via da dalle grida di allarme.
Guerragor infine si palesa nella sua enorme statura. Avendo ricevuto un gioiello come pegno dall’elfo Berenut egli accetta di scambiare poche parole con quest’ultimo, ricambiando il dono con un macabro trofeo: la testa di Sir Roland. Berenut offre parole di pace, ma il Signore delle Bestie brama la distruzione con tutto il suo essere.
Vi è poco da fare, lo scontro è inevitabile.
Le bestie. guidate da Guerragor , si dirigono al portale con l’intento di distruggerlo e tutti gli Avaloniani si schierano ad impedirlo.
Mentre Owein Nerapiuma combatte un duello magico con lo sciamano degli uomini bestia, Guerragor abbatte i più prodi tra gli eroi con la sua ascia.
Improvvisamente Aslan solleva la Lancia di Wotan e invoca il potere della Caccia Selvaggia.
I barbari sentono la furia ancestrale accrescere le loro forze, un velo cremisi scende sui loro occhi e li spinge a scagliarsi contro le bestie di Guerragor.
Queste cadono sotto i poderosi colpi dei barbari ma Guerragor si erge con la sua monolitica presenza.
Ardghal si fa avanti, con un ruggito si scaglia verso il signore delle tenebre, ma l’ascia di quest’ultimo fa a brandelli la sua armatura e poi si abbatte sul giovane guerriero, schiantandolo al suolo.
Guerragor offre così il fianco ad Aslan.
Il vecchio leone si fa largo tra i compagni, impugna la lancia e con la forza di un titano trafigge il cuore nero di Guerragor.
La bestia però non cede il passo alla morte: con le sue ultime forze agguanta Aslan e gli spezza il collo in un sordo fragore. I due giganti si accasciano, legati in un ultimo ferale abbraccio. Quando la furia della battaglia si estingue, grida di gioia e di lacrime si mescolano sui corpi di Ardghal e Aslan, morti per Avalon in una fulgida fiamma di eroismo.
Il vecchio burbero si fa avanti, lampi illuminano la notte mentre guizzanti saette percorrono i suoi vestiti logori.
Ormai è chiaro a tutti che costui è Wotan, giunto a reclamare la sua lancia e ad accompagnare i guerrieri caduti nelle sale del Valhalla.
A quanti invece continueranno questa avventura, il padre degli dei concede l’accesso a Corante. La città al di là delle nebbie, dove Ishtar e Artù li stanno aspettando.