Tra le vette di Avalon si nasconde la Fortezza di Aikon.
Aikon fu un potente mago che viaggiava tra i mondi, utilizzando la sua stessa fortezza come vascello.
In questo maniero sono custoditi tutti i segreti e le scoperte che il viaggiatore planare ha raccolto nelle sue peregrinazioni.
La leggenda vuole che Aikon sia morto ormai da anni e che Avalon sia stata l’ultima tappa del suo viaggio. La sua fortezza giace abbandonata ma ben protetta da guardiani magici, trappole e incantesimi che fino ad oggi hanno fermato chiunque volesse impadronirsi dei tesori in essa custoditi.
Ed è questa la prova che il Concilio degli Incantatori ha stabilito per coloro che vogliono reclamare la Lancia di Wotan.
Chi riuscirà a penetrare nella fortezza sarà il campione di Avalon.
I guardiani mettono a dura prova i nostri eroi, che, come se non bastasse, vengono rallentati e attaccati dal Clan della Zanna e dai servitori di Rex Hiss, uno dei Signori delle Tenebre.
All’imbrunire sono gli Elfi di Orion, capitanati dal Principe Daarion, a risolvere l’ultimo enigma e ad aprire il portone.
All’interno della Fortezza di Aikon un essere dalla pelle rossa e gli occhi fiammeggianti accoglie gli avventurieri.
Costui è un Efreet, un genio del fuoco, vincolato da Aikon al castello.
Mentre gli incantatori si prodigano immediatamente per svelare i misteri e i segreti di questo luogo, Daarion rivendica il suo diritto sulla lancia, dichiarando di essere intenzionato a consegnarla al suo sire Orion.
In quel preciso istante un’incantatrice, snudate due zanne da serpente, si getta al collo di Daarion, mordendolo e avvelenandolo.
Prima che le spade vengano sguainate, un’incantesimo avvolge di fosche tenebre la donna serpente e la porta in salvo.
I guaritori salvano la vita al Nobile Elfo, ma la debolezza che lo attanaglia lo rende inadatto al gravoso compito.
Gli elfi devono cedere il passo e gli incantatori giudicano meritevole Aslan del Clan degli Ululati Bianchi.
Un’ultima prova spetta al campione di Avalon, affrontare in duello uno dei Cavalieri di Artù.
Quando Sire Pendragon giunge alla fortezza con i suoi cavalieri, non viene scelto come sfidante uno degli invincibili paladini della Tavola Rotonda ma viene accolta la richiesta di un torvo guerriero che indossa un armatura nera.
“Costui è Sir Ludwig”
Dice Artù:
“È un guerriero come te, Aslan, potrà sconfiggere con facilità un cavaliere che ha perso la sua virtù.
Ma saprai con il tuo ruggito e la tua ascia riaccendere in lui la fiamma che va spegnendosi nelle tenebre?”
La criptica filosofia di questi cavalieri si riflette, come in uno specchio, nella purezza guerriera di Aslan.
Lo scontro è veloce e brutale, Sir Ludwig si batte con valore ma cade sotto i colpi del gigante. Il sangue che scorre dalle ferite del cavaliere è nero e corrotto, egli potrebbe rialzarsi, sanare le sue ferite con il potere delle tenebre, ma preferisce restare a terra, sorridere al suo re e consacrare con la sua caduta il campione di Avalon.
Ma ecco che avviene il miracolo.
Mentre la vita sta lasciando Sir Ludwig, il sangue che zampilla diventa rosso rubino, vivo e puro come l’acqua di un fiume. Sir Pendragon urla ai guaritori di intervenire e salvarlo. Dalla polvere si rialza un uomo nuovo, un Cavaliere della Ricerca, disposto di nuovo a intraprendere il faticoso cammino che porta alla virtù.
Aslan ha superato la prova.
Il corteo di guerrieri ed incantatori si prepara a lasciare la Fortezza di Aikon per dirigersi al circolo rituale dove verrà consacrata la lancia quando una zoppicante creatura si fa loro incontro.
Re Orion, ormai in fin di vita avanza nelle tenebre.
Le sue braccia sono nodosi rami dalla corteccia consumata, il suo volto è un’intrico di foglie che va sfaldandosi e la luminescenza smeraldina dei suoi occhi è solo un pallido riflesso del perduto splendore.
Prima che l’inverno estingua l’ultima notte d’estate, il re degli elfi si prostra davanti ad Aslan e lo supplica di cedere a lui la lancia.
L’inaspettato gesto di umiltà non lede la reputazione del Signore dei Boschi, al contrario mostra quanto disperata la sua richiesta e quanto afflitto sia il suo cuore.
La sua richiesta accorata non cade su un cuore di ghiaccio, ma nemmeno può distrarre gli eroi dal loro percorso.
La Caccia Selvaggia verrà invocata stanotte, e Aslan la guiderà per tutto l’inverno contro i Signori delle Tenebre, ma prima della fine dell’inverno, lui stesso porterà la lancia ai cancelli di Alfeheim e la porgerà al popolo elfico.
Le parole di Orion riecheggiano ancora quando il rituale comincia.
Il circolo rituale viene attivato ed una barriera di fiamme si leva a proteggerlo.
Al suo interno gli incantatori richiamano le forze del cosmo mentre all’esterno Cavalieri, Barbari ed Elfi si schierano a protezione.
I servi delle tenebre non tardano a farsi vedere: in un ultimo disperato tentativo di sabotaggio la donna serpente che aveva attentato alla vita di Daarion guida una banda di guerrieri piegati dalla sua volontà.
Lo scontro è furente ma terminato il rituale il ruggito di Aslan riempie i cuori dei presenti di rinnovato vigore.
La Caccia Selvaggia è cominciata, tutti sentono una fiamma nel petto. I più prudenti cercano di sopirla, ma chi si lascia avvampare vede moltiplicate le proprie forze ed esplode in una furia distruttrice.
Gli oscuri guerrieri vengono travolti e dispersi, mentre la donna serpente viene uccisa. Aslan corre giù per la collina e posseduto dalla frenesia rivolge la lancia di Wotan contro Denath, l’elfa oscura.
Pervaso da uno spirito di vendetta ancestrale, il campione di Avalon sfoga la sua ira sulla misteriosa incantatrice che appartiene al popolo che anni fa distrusse il clan degli Ululati Bianchi.
Il destino però tesse un arazzo che non possiamo comprendere e quando lo scudo magico invocato da Denath si infrange un altro incantesimo, ben più potente, viene dissipato dalla lancia.
Dove tutti si aspettavano di vedere il corpo esanime dell’Elfa Oscura, si erge la regina Alarielle, signora degli Elfi Alti e sposa di Orion.
Il suo vestito è un mando di ghiaccio, il diadema una stella d’argento ed il suo volto è quello di Denath.
Quale tremendo incantesimo costringa la Regina degli Elfi a vagare sotto le sembianze di un Elfa Oscura per i mesi estivi sarà un mistero da scoprire. Quello che ormai non è un mistero è di come lei e Orion si succedano come le stagioni incontrandosi solo alla mezzanotte dei due solstizi.
Così, mentre Alarielle abbraccia il morente Orion, il sire elfo si trasforma in cumulo di foglie, baciando la sua amata e dandole appuntamento al sorgere della primavera.
Mentre gli occhi di tutti si commuovono davanti a questa scena qualcuno riesce a risolvere l’unico vero enigma che si celava nella Fortezza di Aikon.
la fortezza non è altro che un rudere spoglio e inospitale, tutti i segreti e la magia che la animavano ora sono stretti nel pugno di qualcuno e celati per essere pronti ad un futuro utilizzo. Possiamo solo sperare che il destino di Avalon sia caro a costui, altrimenti un nuovo tiranno potrebbe sorgere dopo questa avventura.