INTRODUZIONE


Londra, 1889.
E' il cinquantaduesimo anno di regno di Victoria di Hannover, regina di Gran Bretagna e Irlanda, Imperatrice delle Indie dal 1874.
L'impero britannico è all'apice della sua espansione: entro la fine del secolo sopra quasi un quarto delle terre emerse sventolerà la Union Jack.

Londra è la degna, cosmopolita capitale di questo immenso impero: si tratta della metropoli più importante al mondo dal punto di vista politico, economico, finanziario, commerciale e culturale. La città supera abbondantemente i cinque milioni di abitanti, diventando in assoluto la conurbazione urbana più popolosa del mondo.
Da quasi un secolo la Gran Bretagna è il vero motore propulsore della cosiddetta “Rivoluzione Industriale”, un processo di profondo cambiamento dei sistemi produttivi e commerciali che ha significativamente mutato i rapporti economici e sociali all'interno e all'esterno della civiltà occidentale.

Le grandi innovazioni tecnologiche introdotte tra la fine del XVIII° e la seconda metà del XIX° secolo hanno trasformato radicalmente un sistema economico basato prevalentemente sull’agricoltura in un moderno sistema industriale, caratterizzato dall'impiego di macchine azionate dalla forza meccanica e dall'utilizzo di nuove fonti energetiche.
A discapito della struttura sociale preesistente si impone un sistema di tipo capitalistico, con l'affermazione della borghesia come classe dominante, succeduta alla nobiltà terriera. La nascita della fabbrica modifica profondamente anche i rapporti tra i settori produttivi, con un'enorme richiesta di manodopera proveniente dai nuovi comparti industriali in espansione.

Viene così a nascere la classe operaia, formata da una massa crescente di lavoratori che beneficia di un salario fisso in cambio del proprio lavoro e del tempo messo a disposizione in fabbrica. Sempre più contadini si inurbano, muovendosi dalle campagne alle città, dove hanno sede le principali fabbriche e dove si può più facilmente reperire il lavoro nel nuovo sistema economico-produttivo.
Già da diversi decenni, gli spostamenti sono stati resi più facili e sicuri dall'avvento della ferrovia. Londra, come capitale di un vasto e potente impero, si trova in prima linea in questo processo epocale di mutamento sociale. La popolazione passa da circa un milione di abitanti nel 1800 a sei milioni di un secolo più tardi: l'area urbanizzata continua a crescere esponenzialmente. Una crescita tumultuosa, disorganica. Londra diviene un'attrazione per centinaia di migliaia di immigrati dalle sue colonie e per i poveri di tutta Europa. Una notevole corrente emigratoria proveniente dall'Irlanda si era già riversata nella capitale dell'Impero britannico a seguito della grande carestia del 1845-48.

Verso la fine del secolo, la città diventerà una specie di mosaico di ghetti ed enclavi, sede di comunità di ebrei, irlandesi, scozzesi, europei continentali, indiani e cinesi, solo per citare i più numerosi e rappresentativi.
Nel 1889, mentre l'area urbana continua ad ampliarsi, la maggior parte della popolazione di Londra è costretta a condizioni di vita miserevoli.
Milioni di persone sono obbligate a vivere in abitazioni sovraffollate e malsane nei sobborghi cittadini (le slums), a ridosso delle fabbriche.
Prostituzione, alcolismo e delinquenza dilagano tra la massa amorfa e infelice che brulica nei quartieri popolari, così come vanno diffondendosi, all'interno delle classi lavoratrici, le nuove idee di radicale cambiamento sociale e politico.

Grazie alle opere di Karl Marx e Friedrich Engels, il socialismo ha assunto una forma sistematica, scientifica e concreta.
Migliaia di persone, che si sentono oppresse e sfruttate all'interno del nuovo sistema economico, possono così trovare speranza alle proprie ambizioni di rivalsa in un sistema ideologico-politico che promette loro lo spodestamento delle classi sociali dominanti e il rovesciamento del sistema capitalistico.

Mentre nel centro cittadino la capitale dell'Impero può vantare agli occhi del mondo il suo volto più garbato, benestante, culturalmente e tecnologicamente progredito; nelle periferie e nei sobborghi la rabbia degli ultimi rischia di esondare come una cloaca gonfiata dalle piogge.
Nelle fetide slums, una larga fetta di popolazione è avvilita dallo sfruttamento, dall’insicurezza e dall’emarginazione e vive nella miseria materiale e nella paura, soprattutto da quando le strade dei quartieri popolari sono funestate dai delitti di un assassino seriale, che si aggira nella notte massacrando e mutilando giovani donne e prostitute.

La misura è colma e i continui scontri tra le gang rivali, in lotta per ottenere una parte degli enormi profitti provenienti dalle attività illegali che dilagano nei bassifondi, non fanno che rendere la situazione incandescente.
Le enclavi e le comunità etniche sono diventate l’incubatrice di una nuova e più feroce espressione della delinquenza, che sposa le ritualità criminali con il razzismo più cieco.
Una pentola schiumante di un nero liquame in ebollizione: questa è Londra, così come appare sul finire dell’estate del 1889.


THE BRIDGE: IL PATTO CRIMINALE


Cos’è The Bridge?
Lo si potrebbe definire come una specie di riunione, o meglio un negoziato tra le più influenti gang criminali dell’East End di Londra, un settore della città che raggruppa in sé i quartieri popolari più degradati e malfamati.

Il primo incontro denominato “The Bridge” ebbe luogo in un grande capannone della zona dei Docks nel 1868, su iniziativa delle stesse gang criminali, e culminò con una sanguinosa guerriglia urbana e un incendio che si portò via due isolati alle spalle di Southwark.
Come poi si seppe, le bande avevano deciso di riunirsi con finalità di grande lungimiranza e maturità: risolvere le questioni in sospeso, discutere degli assetti dell’East End e spartirsi i territori pacificamente, con lo scopo di scongiurare il dilagare della violenza nelle strade.

La questione scivolò sulle lame dei coltelli dopo meno di due ore e le principali gang criminali di allora furono spazzate via dall’ondata di violenza e rappresaglie che si riversò sui moli del Tamigi.
La Polizia fu costretta a intervenire e chiuse la giornata con il notevole bottino di 688 arresti; inutile dire che, nel vuoto di potere che venne a crearsi, nei successivi 4 anni le strade dell’East End divennero un vero e proprio campo di battaglia.

Il fallimento del primo esperimento di “concertazione criminale” tuttavia, offrì a settori spregiudicati di Scotland Yard interessanti elementi di riflessione; perché non prendere in mano la situazione e volgerla a favore della pace e della sicurezza cittadina?
Fu così che The Bridge riaprì le porte nell’anno 1875 e stavolta sotto il patrocino della Polizia Municipale di Londra, che scelse e cinturò un territorio franco in cui riunire le bande.
Ciò che interessava alle autorità cittadine e alla politica era pacificare l’East End e arginare il dilagare della violenza, ad ogni costo; le comunità di immigrati immiseriti e la melma delle slums erano il brodo di coltura per le formazioni criminali e le gang erano una piaga alla quale non si poteva facilmente offrire una cura: stroncata una, subito se ne formava un’altra, ancora più disorganizzata e feroce.

The Bridge si sarebbe tenuto in un territorio sempre diverso, ospite prima dell’una e poi dell’altra gang;
la Polizia avrebbe cinturato l’area nei due giorni deputati alla concertazione facendosi garante imparziale della stessa, dopodiché, esaurite le trattative, ciascuno sarebbe tornato nei propri covi con la promessa solenne di ottemperare ai patti stipulati nel corso del negoziato.

I primi esperimenti furono più che incoraggianti, tanto che si pensò di istituzionalizzare la pratica:
The Bridge divenne un vero e proprio appuntamento ufficiale, a cadenza biennale.
Nel corso degli ultimi vent’anni, molte sono le bande che si sono sedute attorno al grande tavolo di The Bridge, ma nessuna di loro può testimoniare di essere lì dalla sua prima convocazione. Le organizzazioni criminali informali dell’East End nascono e muoiono come i ratti della fogna e sembra non vi sarà mai fine al loro turbolento e caotico susseguirsi.
Tutto questo, ad ogni buon conto, appartiene al passato: è l’anno 1889 e nella zona franca di Dorset Street, nel territorio della gang nota con il nome dei Bambini di Whitechapel, The Bridge è arrivato alla sua nona convocazione.

Le bande sfilano una dopo l’altra oltre le barricate erette dalla Polizia: sarà la pace nelle strade Londra o la guerra?