Sin dal principio, l’istituto era stato concepito come un centro di accoglienza dedicato ai minori e alle loro famiglie indigenti e disponeva di un grande e ben attrezzato laboratorio per la tintura dei tessuti, attività che avrebbe dovuto finanziare la comunità dei suoi ospiti.
Complice il degrado umano e morale di Dorset Street, l’ostilità delle gang criminali che controllavano il quartiere e i continui furti di attrezzature e materie prime a cui veniva sottoposto, l’istituto andò in bancarotta nel giro di pochi anni.
I finanziatori privati e la Municipalità di Londra dovettero così correre ai ripari mettendo a capo dell’istituto una personalità forte, che potesse prendere saldamente in mano la situazione.
Fu scelta per il compito Margareth Davis, una giovane e pratica istitutrice di Manchester, donna ambiziosa della bassa borghesia che aveva già dato prova delle sue qualità e nerbo nell’amministrazione di una poorhouse nella
periferia oltre il Tamigi.
La Signorina Davis si trovò scaraventata nell’inferno di Whitechapel, in un contesto di miseria umana e materiale diffusa che non tardò a pervertirla profondamente, forse gettando semi in una sua latente oscurità morale.
“Dio non poteva essere ovunque. E’ per questo che ha creato le Madri!”
Giovane istitutrice di Manchester, la Signorina Davis si è trovata scaraventata nell’inferno di Whitechapel per risollevare le sorti dell’orfanotrofio del quartiere. Dopo aver in un primo momento cercato di ristabilire le finanze dell’istituto con mezzi onesti, ha scelto molto presto di percorrere la strada del crimine, trascinando nel suo abisso le giovani anime di Dorset Street. Sacerdotessa di una complessa ritualità famigliare, è rispettata e temuta dai suoi “bambini”.
“In istituto comanda la Signorina Davis, in strada invece comando io. Vero Mamma?”
Capo in carica degli orfani, si è guadagnato il titolo destinato al Primogenito Ritchie Walsh dopo che questi è stato trovato sgozzato come un porco, appeso alla finestra di un vecchio palazzo di Pigott Street. Spregiudicato e confusionario, si è trovato inaspettatamente con questo ruolo di comando e deve capire ancora bene come gestirlo. Profondamente leale alla famiglia, è uno dei primogeniti di Mamma. Si racconta che si sia guadagnato il titolo di Primogenito accoltellando un bobby.
“La sfortuna la conosco bene: un giorno la sposerò!”
Scaricato in un sanatorio a 5 anni a causa della sua malattia, Gabriel è stato strappato a una morte impietosa e prematura per un soffio. La lunga degenza l’ha costretto a vivere fino agli 8 anni tra malati terminali, cadaveri e sofferenze, mentre lui cercava faticosamente di riprendere in mano la sua vita e la capacità di camminare. Appena è stato in grado di reggersi in piedi (anche se malamente) è scappato dal sanatorio per la paura di finire in qualche pessima famiglia adottiva. Curvo, sciancato ad una gamba e arrabbiato con il mondo crede che tutti siano stati più fortunati di lui, anche i suoi confratelli, e che tutto gli sia dovuto. Ha un forte legame con la “Mamma”, l’unica che lo tratta come gli altri.
“Non ho ben capito cosa stiamo andando a fare, ma se l’ha detto la Mamma allora va bene!”
Attaccabrighe sin dalla tenerissima età, durante una disgraziata rissa ricevette da Martin Nichols un forte colpo alla testa che lo rese un po’ tardo. Fa parte della famiglia sin da quando ne ha memoria ed è uno dei primi orfani che la Mamma recuperò dalla strada. Aaron è di indole buona e pacifica e dopo i postumi dell’incidente tutti i sui fratelli lo trattano con estrema premura.
"Mamma dice che sono bello..."
Ezra fu abbandonato in fasce sulla porta di un istituto religioso di Charing Cross oramai 18 anni fa: il piccolo aveva l’aspetto di un deforme cucciolo di cane, una creatura infelice e scempiata che si credeva sarebbe morta di lì a pochi giorni. Contrariamente alle previsioni delle suore che lo avevano raccolto, Ezra crebbe in spregio alle sue orribili malformazioni, divenendo un bizzarro esemplare d’uomo. Il ragazzo deforme trovò asilo nell’orfanotrofio di Mamma, che accolse quel mostruoso reietto con tutto l’amore che la sua natura straordinaria meritava.
“Dell’altra minestra di riso!”
Patrick è un orfano molto problematico, che è stato rifiutato da numerose case famiglia prima di finire nella pattumiera di orfani di Mamma. Arrogante e saccente, scaltro e opportunista, ha saputo sin da subito mettere in buona luce i suoi talenti e si è guadagnato un posto di tutto rispetto nell’istituto e nel cuore di Mamma. Essendo il più bravo con i conti e con i numeri segue la contabilità della gang. Per qualche ragione ignota la Mamma si fida di lui più di chiunque altro, al punto da renderlo detentore di molti segreti dei Bambini di Whitechapel.
"Questa è la mia vera famiglia.”
Sarah prende il nome della strada in cui è nata, dove è stata abbandonata e poi cresciuta. Figlia di una giovane prostituta affiliata alle Dame di Dorset Street, morta poche settimane dopo il parto, é stata adottata dalla Mamma che non voleva che crescesse dovendo vendere il suo corpo. Estremamente leale ai Bambini di Whitechapel, è riconoscente per quello che hanno fatto per lei.
“Quando si parte per un viaggio, si finisce sempre col dimenticare qualcosa…”
Per un terribile scherzo del destino, Charles smarrì da piccolissimo la sua famiglia durante un tragico viaggio della speranza dall’Irlanda , senza mai più ritrovarla. Il suo destino era segnato: morire tra le strade di Londra, solo, a 4 anni, nell’indifferenza della miseria. Fu Mamma a strapparlo alla morte e ad accoglierlo nella sua comunità. Charles vive nel ricordo di una famiglia che ormai sta svanendo con gli anni, mentre il suo spirito si indurisce nella strada.
“Mamma, ho avuto un altro incubo…”
Emily non è un’orfana, ma la si potrebbe dire quasi più sfortunata di uno di loro. La sua famiglia è tutta viva e vegeta (purtroppo) da qualche parte in Orchard Street. Emily ha subito ogni genere di abusi da parte del padre, tanto che si era perso persino il conto dei suoi falliti tentativi di fuga. L’ultimo, all’età di 12 anni, l’ha portata nell’istituto di Dorset Street dove si trova ancora adesso, sotto la protezione di Mamma. Mr Campbell ha provato più volte a richiedere che gli venisse restituita la figlia, fino a quando i Bambini di Whitechapel non hanno deciso di sfregiarlo per fargli capire che non era il caso di avanzare altre pretese.
“A che ora inizia il mio turno?”
La piccola Juliet, sin dalla più tenera età, si è ritrovata a lavorare come operaio in un laboratorio tessile di Canning Town. Le sue piccole manine le permettevano di fare lavori di fino per i quali era abilissima e debitamente sottopagata. Ormai adolescente, afflitta nel corpo e nello spirito, entrò in contatto attraverso Charity con Sarah Dorset, che supplicò Mamma di salvarla da quella vita indegna. Allampanata e piena di tic nervosi, non sembra sempre allineata con il mondo che la circonda.
“Ho finalmente trovato il mio posto?”
Robert è stato introdotto da appena due settimane tra le schiere dei bambini di Mamma, dopo anni di sfortunati pellegrinaggi per tutte le poorhouse e gli istituti minorili di Londra. La Mamma lo sta ancora tenendo sott’occhio per capire se c’è da fidarsi e se è il caso di iniziarlo alla Famiglia. Il ragazzo sembra sveglio e sufficientemente spregiudicato.
“Il destino è come un cavallo riottoso, ma una vera donna sa prenderlo per le redini!”
Figlia di una famiglia della buona borghesia Londinese, unica superstite di un terribile incendio che ha distrutto la sua casa e che si è portato via sua madre e suo padre quando lei aveva solo 12 anni. Ritrovatasi senza più un soldo e senza nessun parente che si prendesse cura di lei è stata accolta nel malfamato istituto di Mamma. Educata sin da piccola ai costumi della buona società ha mantenuto ancora il piglio forbito, il portamento e i modi di fare di una piccola lady. E’ la donna giusta per trattare affari in modo meno rozzo rispetto al resto dei ragazzi di Mamma.
“E’ pronto in tavola!”
E’ la tuttofare dell’orfanotrofio. Pela le patate, scalda la zuppa, rammenda i calzini, aggiusta le finestre, pulisce il pavimento e si occupa che l’orfanotrofio non caschi a pezzi. La vita, l’inquinamento e le scarse condizioni igieniche dell’East End hanno provato il suo corpo più di quello di molti altri. Quando non si occupa di sbrigare faccende nell’istituto e quando non è in giro a compiere crimini in nome della Mamma, dà una mano al Ye Olde Pub in cambio di cibo e gin.
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